Prosecuzione smart-working e rientro in presenza

 

Circola ormai da alcune settimane la voce che l’Amministrazione stia predisponendo una Circolare su un piano graduale di rientro dei dipendenti regionali. Purtroppo, nonostante le nostre richieste in tal senso, spiace sottolineare come ancora una volta la RSU e le rappresentanze sindacali non siano state informate e preventivamente chiamate quanto meno al confronto sul tema.

Infatti, a fronte delle numerose e reiterate richieste della RSU Ente Regione Piemonte e della scrivente Organizzazione sulle intenzioni dell’Amministrazione rispetto allo specifico tema, ma più in generale sulle richieste di confronto anche su altre questioni già oggetto di specifiche istanze che non hanno ricevuto alcuna doverosa risposta, rammarica fortemente constatare che, a meno di una settimana dall’inizio dell’anno scolastico, evento che coinvolge molti dipendenti, l’Amministrazione non abbia ritenuto doveroso informarci sulle modalità di prosecuzione dello smart-working, considerata tuttora modalità lavorativa prevalente ai sensi del Decreto Legge n. 83 del 30 luglio 2020 che proroga fino al 15 ottobre lo stato di emergenza sanitaria in corso.

Tale atteggiamento, oltre a rappresentare una condotta di codesta Amministrazione meritevole di censura e delle eventuali ulteriori azioni sindacali conseguenti in ragione delle mancate risposte, rappresenta anche un totale e irriguardevole disinteresse verso i dipendenti dell’Ente, che saranno verosimilmente costretti a riorganizzare impegni organizzativi familiari e lavorativi da un giorno all’altro, senza preavviso alcuno.

Indirizzando queste considerazioni a codesta Amministrazione, ma anche rendendole pubbliche a tutti i dipendenti della Regione Piemonte, siamo nuovamente a chiedere un incontro urgente e specifico sulla regolamentazione dello smart-working sia in regime emergenziale, ai sensi del sopra citato DPCM che prevede per  idipendenti pubblici con ruoli svolgibili in modalità agile, la possibilità di lavorare da remoto per il 50% del personale, anche applicando principi di rotazione, sino al 31 dicembre 2020, che più in generale quale modalità organizzativa ordinaria, come previsto dagli interventi legislativi dei ministri competenti in materia. 

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